ed. Mondadori |
Dieci persone
estranee l'una all'altra sono state invitate a soggiornare in una
splendida villa a Nigger
Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per
curiosità, chi per bisogno, chi per
opportunità, hanno accettato l'invito. E ora sono lì su quell'isola
che sorge dal mare simile a una
gigantesca testa di negro che fa rabbrividire soltanto a vederla.
Non hanno trovato il padrone di casa
ad aspettarli; hanno trovato invece una poesia incorniciata e
appesa sopra il caminetto della loro
camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere
tutti assassini. Per gli ospiti
intrappolati è l'inizio di un interminabile incubo. Come
comincia la poesia? «Dieci piccoli negretti se ne
andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar.»
E come finisce? «Solo il povero
negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s'impiccò, e
nessuno ne restò.» Agata Christie, che si è
cimentata più volte con il giallo in ambiente chiuso (il
battello sul Nilo, il favoloso Orient-Express, la
villa in Cornovaglia) con "Dieci piccoli indiani",
scritto nel 1939, ha sfidato se stessa: dieci assassini,
isolati, vittime a loro volta di un assassino invisibile. Un
geniale capolavoro dell'impossibile possibile.
Titolo DIECI PICCOLI INDIANI (And then there were none) Regia Anno Durata |
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Interpreti principali Barry Fitzgerald June Duprez |
Sceneggiatura Dudley Nichols (dal romanzo di Agatha Christie) Fotografia Lucien Andriot Montaggio Harvey Manger Musica Mario Castelnuovo-Tedesco |
Critica![]() ![]() ![]() ![]() Pubblico ![]() ![]() ![]() |
Clair
non percorre la strada del thriller vero e proprio, bensì una via di mezzo tra un giallorosa e un esercizio di humour nero. (Diz. Mereghetti)
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