Un modesto imprenditore edile, Colasberna,
viene ucciso nei pressi di un casolare isolato, in cui
vivono Rosa Nicolosi, il marito e la loro figlioletta.
Parrinieddu, confidente dei carabinieri, fa intuire al
capitano Bellodi, che conduce le indagini, che Rosa sa
più di quanto dica. Con un abile trucco, egli riesce a
strappare alla donna il nome di Zecchinetta, che è certo
quello dell'assassino. Mentre promette a Rosa di far
ricerche per ritrovarle il marito, misteriosamente
scomparso, Bellodi arresta Zecchinetta, gettando lo
scompiglio tra i "maggiorenti" della mafia, i
quali, capeggiati da Don Mariano Arena, imbastiscono una
manovra per far credere che Colasberna sia stato ucciso
per motivi d'onore dallo stesso marito di Rosa. In un
successivo incontro, Parrinieddu confida a Bellodi che il
fucile con cui Zecchinetta ha ucciso Colasberna si trova
in casa di Don Mariano. E' la verità, e Don Mariano
finisce in prigione. Intanto, la pressione mafiosa,
soprattutto su Rosa, cresce e Bellodi capisce che è
necessario ritrovare il marito di Rosa, per far cadere l'ipotesi
del delitto passionale. Un'informazione gli fa ritenere
che l'uomo sia stato ucciso e sia sepolto sotto il manto
di catrame di una strada in costruzione. Si scava, il
morto c'è, ma è Parrinieddu. Don Mariano e Zecchinetta,
rimessi in libertà, camminano trionfanti per le strade
del paese, mentre Bellodi viene trasferito ad altra sede. |